Il Profilo Denso dell’Ombra
Il Profilo Denso dell’Ombra è un progetto fotografico di ricerca creativa: un ” cammino a lunga percorrenza”, il proposito interiorizzato e maturato di verificare, studiare e raccontare fotograficamente una grande passione artistica profondamente sentita: l’opera scultorea.
La scultura è “evoluzione rinnovata” del momento creativo e, allo stesso tempo, “contrazione continua” del medesimo momento creativo.
Quell’ evoluzione ci viene restituita in un processo visivo che è costante ed inarrestabile, statico, eppure in continuo movimento; esso ha rappresentato il graduale crescere e divenire della materia, un divenire costretto in una forma “disegnata densa” dall’esercizio faticoso e manuale dell’artista.
E’ la memoria dell’incontro fra l’Inerte grezzo prodotto dalla Terra e la Sostanza creativa prodotta ed elaborata dall’Umano.
Sostanza mentale che si concretizza in definizione fisica, ma anche graduale e lenta affermazione dell’idea: una forma prematura che “diviene diventando” , l’intuizione di un qualcosa che sarà.
Quando penso alla scultura, al come interpretarla fotograficamente, penso all’idea di “suggerire un’Anima ad un qualcosa che un’Anima non possiede” ma, in realtà, il “protagonismo quasi umano” di molte presenze scultoree non è semplice protagonismo indotto dall’artista: le sculture sono per me “presenze umane silenti” in quanto espressioni di un Qualcosa che C’era, la sintesi astratta e fisica di un Qualcuno che Era e che continua ad Essere : Storie Antiche di Vite Lontane.
Così la mia rappresentazione fotografica dell’ Essere Scultoreo non può essere puramente descrittiva, ma estremamente personale ed interpretativa: una minimale rappresentazione visiva modulata dallo strumento fotografico: la conferma parziale di un’idea artistica sopravvissuta alla sua paternità creativa : il percorso visivo e simbolico della materia divenuta nel tempo e con il tempo, Profilo Denso di Luce ed Ombra.
La scultura è “evoluzione rinnovata” del momento creativo e, allo stesso tempo, “contrazione continua” del medesimo momento creativo.
Quell’ evoluzione ci viene restituita in un processo visivo che è costante ed inarrestabile, statico, eppure in continuo movimento; esso ha rappresentato il graduale crescere e divenire della materia, un divenire costretto in una forma “disegnata densa” dall’esercizio faticoso e manuale dell’artista.
E’ la memoria dell’incontro fra l’Inerte grezzo prodotto dalla Terra e la Sostanza creativa prodotta ed elaborata dall’Umano.
Sostanza mentale che si concretizza in definizione fisica, ma anche graduale e lenta affermazione dell’idea: una forma prematura che “diviene diventando” , l’intuizione di un qualcosa che sarà.
Quando penso alla scultura, al come interpretarla fotograficamente, penso all’idea di “suggerire un’Anima ad un qualcosa che un’Anima non possiede” ma, in realtà, il “protagonismo quasi umano” di molte presenze scultoree non è semplice protagonismo indotto dall’artista: le sculture sono per me “presenze umane silenti” in quanto espressioni di un Qualcosa che C’era, la sintesi astratta e fisica di un Qualcuno che Era e che continua ad Essere : Storie Antiche di Vite Lontane.
Così la mia rappresentazione fotografica dell’ Essere Scultoreo non può essere puramente descrittiva, ma estremamente personale ed interpretativa: una minimale rappresentazione visiva modulata dallo strumento fotografico: la conferma parziale di un’idea artistica sopravvissuta alla sua paternità creativa : il percorso visivo e simbolico della materia divenuta nel tempo e con il tempo, Profilo Denso di Luce ed Ombra.
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